Colpo di fuoco batterico, come difendere il pero da Erwinia amylovora

Erwinia amylovora è un batterio aggressivo, in grado di disseccare una pianta di pero in poco tempo, come farebbe un incendio. Da qui il nome di Colpo di fuoco batterico. Una malattia originaria del Nord America, comparsa in Italia agli inizi degli anni Novanta e contro la quale, ad oggi, non esiste cura.

Come per tutte le batteriosi l'obiettivo dell'agricoltore dovrebbe dunque essere quello di evitare il contagio attraverso un monitoraggio costante dell'impianto, la messa in campo delle buone pratiche agronomiche e l'utilizzo di agrofarmaci in grado di difendere efficacemente le piante.

I batteri di E. amylovora vivono all'interno del pero e in primavera, alla ripresa vegetativa, fuoriescono, in particolare dai cancri su rami e tronco, sotto forma di essudato lattiginoso. 

Grazie all'azione del vento, della pioggia, di insetti e di uccelli, i batteri vengono trasportati da una pianta all'altra allargando il contagio. I microrganismi non penetrano attivamente nei tessuti vegetali dell'ospite, ma il contagio avviene in maniera passiva, attraverso le aperture naturali della pianta (stomi, lenticelle e nettarii), le ferite causate dalla grandine e dalle gelate, oppure grazie all'attività di bottinatura delle api.

Anche l'uomo gioca un ruolo importante come propagatore della malattia. I tagli di potatura, se non adeguatamente protetti, possono diventare la porta d'accesso del batterio. Così come le lame di taglio, nel caso in cui non vengano disinfettate adeguatamente.

E. Amylovora può sopravvivere all'interno del pero per anni senza causare sintomi. Nelle piante sintomatiche invece, i fiori avvizziscono e anneriscono, mentre i frutticini imbruniscono e disseccano. Le foglie si seccano velocemente e rimangono tenacemente attaccate ai rami, mentre i germogli assumono la tipica forma ad uncino. 

Su rami, branche e tronco è possibile individuare cancri legnosi, di colore scuro e dal contorno irregolare. Asportando parte della corteccia il legno risulta di un colore rosso-mattone. In primavera, quando la temperatura supera i 10°C e in presenza di umidità elevata, dalle fessurazioni nei cancri essudano il battero sotto forma di un liquido biancastro, talvolta filamentoso.

La progressione dell'infezione è spesso veloce e se interessa l'intera circonferenza del ramo o del tronco la pianta dissecca completamente.

Se negli anni Novanta l'arrivo di questo batterio ha trovato gli agricoltori impreparati, oggi le conoscenze sul Colpo di fuoco batterico permettono una difesa molto più efficace. Occorre tuttavia seguire le buone pratiche agronomiche.

Monitorare l'impianto per individuare i peri malati. Nel caso si osservino esemplari colpiti da E. amylovora è necessario, come impone la legge, estirpare la pianta e distruggere il materiale infetto. In caso di asportazione di parti sintomatiche il taglio deve essere effettuato 50-70 centimetri al di sotto della lesione. In caso non si riesca a stabilire l'origine della malattia bisogna rivolgersi al Servizio Fitosanitario Regionale.

Se si sospetta un contagio o ci si trova in un areale in cui la presenza di E. amylovora è conclamata è buona norma sterilizzare le lame di potatura (ad esempio con prodotti a base di rame) quando si passa da una pianta all'altra.

La fioritura è il momento più critico per la difesa del pero da E. amylovora in quanto la pianta è particolarmente suscettibile al contagio e i fiori rappresentano la via d'accesso prediletta dal batterio che viene trasportato dagli insetti pronubi.

Difendere le piante in questa fase è possibile grazie a Serenade Aso, un agrofarmaco di origine biologica sviluppato da Bayer. Un prodotto ad azione fungicida e battericida a base di Bacillus subtilis, ceppo QST 713, che agisce attraverso tre modalità:
• Contiene lipopeptidi e composti antibatterici che demoliscono la parete cellulare dei microrganismi patogeni.
• Le spore di B. subtilis formano una barriera fisica impedendo l'insediamento dei patogeni nei tessuti vegetali.
• Il prodotto innesca le difese interne delle piante e le risposte fisiologiche all'attacco dei batteri. Inoltre è in grado di stimolare lo sviluppo vegetativo incrementando la produttività in termini sia qualitativi che quantitativi.

Applicato all'inizio della fioritura ad una dose di 4-8 L/ha, Serenade Aso colonizza i fiori e li difende nel tempo contrastando la moltiplicazione di E. amylovora. È importante che il trattamento avvenga in maniera tempestiva, non oltre il 10% della fioritura, in modo da formare una barriera.

Serenade Aso è semplice da usare. Ha una formulazione liquida, pronta all'uso, che non imbratta la coltura ed è miscibile con i principali agrofarmaci sul mercato (compreso il rame). Inoltre ha un profilo ambientale estremamente favorevole: è innocuo per gli insetti utili, non è irritante per l'operatore, non ha odore né tempi di carenza o limiti di residui da rispettare. È ideale per strategie di difesa integrata ed è autorizzato in biologico.