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In breve
In ogni campo di mais ci sono aree ad alta e bassa produttività. Perché dunque gestire l'appezzamento come se non ci fossero differenze? Grazie a Climate FieldView è possibile applicare input produttivi a dosi variabili per incrementare le produzioni eliminando gli sprechi e sfruttare le immagini satellitari per monitorare lo stato di salute della coltura.
Ogni agricoltore conosce i propri appezzamenti e sa che ci sono aree in cui il campo è più produttivo e altre in cui lo è meno. I motivi possono essere vari, ma il principale è la tipologia di suolo. Se fino ad oggi le varie aree di campo venivano gestite in maniera indifferenziata, ad esempio per quanto riguarda semina, irrigazione o fertilizzazione, oggi la tecnologia ci permette di intervenire in maniera mirata.
L'obiettivo dell'agricoltura di precisione è quello di ottenere produzioni omogenee in tutto il campo e ridurre gli sprechi di input. Inutile seminare il mais alla stessa densità in suoli sabbiosi e limosi, perché i terreni non sono in grado di 'sostenere' la stessa crescita vegetale.
Climate FieldView è la piattaforma di precision farming che permette di generare mappe di prescrizione, ad esempio per semina o fertilizzazione, e di monitorare le colture (grazie alle immagini satellitari) per valutarne il vigore. In questo modo l'agricoltore può dare alle piante esattamente ciò di cui hanno bisogno quando lo necessitano.
Oggi le moderne mietitrebbie sono dotate di sensori di produzione che monitorano quanta biomassa carica la macchina man mano che avanza nel campo. I dati sulla produzione di granella possono essere visualizzati su Climate FieldView come mostrato nel video di seguito. Nella mappa sul tablet sono colorate di verde scuro le aree a produzione abbondante (ad esempio 13 ton/ha) e in rosso quelle a produzione scarsa (6 ton/ha).
Le rese puntuali, oltre a dare una idea della produttività del campo, sono utili per pianificare nuove semine. Con Climate FieldView è possibile generare mappe che prevedano densità variabili di seme: più elevata nelle aree produttive (ad esempio 100 kg/ha) e minore in quelle meno produttive (ad esempio 50 Kg/ha). Il risultato? Un risparmio di seme e un aumento di granella a fine stagione.
Le mappe saranno poi caricate sulla seminatrice a rateo variabile attraverso una semplice chiavetta Usb da inserire nel terminale in cabina, o se Isobus compatibile, nel terminale del trattore. È anche possibile usare FieldView Drive, un device da collegare al trattore che permette la comunicazione tra il mezzo e la piattaforma web, eliminando la necessità di utilizzare le chiavette.
Grazie a Climate FieldView è anche possibile, a parità di tipologia di suolo e di fertilizzazione, mettere a confronto ibridi differenti per identificare quello più produttivo per il proprio areale.
Conoscendo le rese degli anni passati è dunque possibile seminare il mais in maniera più razionale. Ma è altrettanto essenziale monitorarne costantemente lo stato di salute per evitare cali di produttività dovuti a stress idrici (ormai molto frequenti), presenza di insetti o di malattie fungine. Per questo Climate FieldView utilizza le immagini satellitari della costellazione Sentinel per informare l'agricoltore sul vigore della coltura e sulla necessità di irrigare.
Attraverso Field Health è infatti possibile visualizzare delle mappe in cui lo stato di vigore del mais è rappresentato da 5 colori: verde scuro per l'alto vigore, rosso per il basso vigore.
A colpo d'occhio l'agricoltore potrà dunque sapere se tutto procede correttamente o se invece ci sono delle criticità. Certo, sarà necessario un sopralluogo per capire che cosa causa il malessere nelle piante. Se ad esempio un albero crea ombra, se la pianta è in stress idrico o ha delle carenze nutrizionali. Ma poter andare a colpo sicuro nell'area problematica è estremamente comodo.
Uno degli elementi critici in maiscoltura è l'acqua. Se il mais entra in stress si generano cali di produzione e possibili problemi di sanità della granella. Per gli agricoltori che hanno disponibilità di acqua, e dunque possono irrigare a piacere, è fondamentale conoscere quali aree del campo 'hanno sete'. Irrigare quando i segni dello stress idrico sono evidenti è troppo tardi.
Climate FieldView mette a disposizione delle mappe di evapotraspirazione che indicano il consumo di acqua della vegetazione. In questo modo è possibile identificare le aree floride e quelle in sofferenza. In questo caso i colori utilizzati sono sette: il giallo indica un mais in stress, il blu una pianta ben idratata. L'operatore potrà quindi srotolare il rotolone dove serve o alzare le paratie per lo scorrimento. Meno stress, più produttività.
Il mais è una coltura che per dare risultati soddisfacenti deve essere sostenuta dal punto di vista nutrizionale con apporti di azoto, fosforo e potassio sia in pre-semina, che in semina e copertura. È antieconomico tuttavia fertilizzare il campo in maniera omogenea. Occorrerà invece fornire più nutrimento alle aree a bassa vigoria e meno a quelle ad alta vigoria, dove il terreno 'sostiene' meglio la coltura.
Sulla base della mappa di vigore è quindi possibile disegnare, grazie a Climate FieldView, delle aree in cui applicare dosi variabili di fertilizzante. È possibile ad esempio apportare la quantità di fertilizzante standard nella zona a media vigoria, e applicare un +/- 30% in quelle a bassa o alta vigoria. L'esperienza dell'agricoltore nel decidere le dosi rimane fondamentale, ma grazie ai dati forniti dalla piattaforma l'intervento riesce ad essere più preciso.
Ogni anno l'agricoltore si fa i conti in tasca e la domanda che si pone è sempre la stessa: questa tecnologia conviene? Ogni azienda è unica e dunque non esistono risposte univoche. Ma è sorprendente scoprire quanto seme e fertilizzante si sprecava prima di utilizzare Climate FieldView. L'obiettivo di tutti d'altronde è sempre lo stesso: ottenere produzioni abbondanti razionalizzando l'uso degli input produttivi.