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In breve
I cerealicoltori del Sud Italia sono cautamente ottimisti per le quotazioni del grano duro che si attestano oltre i 260 euro alla tonnellata sulla piazza di Foggia. Gli agricoltori del Nord invece scontano una annata meteorologicamente sfavorevole per i cereali. Mente l'orzo ha registrato buone produzioni.
A livello internazionale le stime produttive per la campagna 2018-2019 segnalano una contrazione dei raccolti il che potrebbe avere un effetto positivo sulle quotazioni del prodotto nazionale, al netto delle ingenti scorte da smaltire. A questo si deve aggiungere la tendenza di trasformatori e aziende agroalimentari a comprare Made In Italy per poter soddisfare le richieste dei consumatori.
Nel Sud Italia i cerealicoltori sono piuttosto soddisfatti dalle quotazioni di frumento duro. Ad inizio ottobre la borsa merci di Foggia quotava il frumento duro fino (franco azienda) a 262,50 euro/ton (dati al Ismea). Quotazioni nettamente superiori a quelle della scorsa annata che si era attestata su 210-220 euro/ton e che sta spingendo molti a non vendere in attesa di una ulteriore risalita dei prezzi, che alcuni vorrebbero sfondare quota 300 euro/ton.
Ad inizio ottobre sulla piazza di Napoli le quotazioni hanno raggiunto i 280 euro/ton (franco magazzino), mentre a Catania sono ferme a 240,50 euro/ton (franco azienda). A Bari si é arrivati a 265,5 euro, mentre a Matera 270 euro/ton.
Fonte grafico: ISMEA
Al Sud la qualità della granella risulta buona, anche se condizionata dalla storica bassa percentuale di proteine. Buono anche il peso specifico, le caratteristiche tecniche e la sanità.
L'annata cerealicola per i coltivatori del Nord Italia é stata invece deludente. La siccità di inizio primavera ha frenato l'accestimento, mentre le piogge abbondanti di maggio hanno creato problemi di difesa. Il caldo anomalo estivo ha fatto il resto. La produttività dei campi é stata bassa con problemi anche di qualità.
A Bologna il frumento duro fino é quotato tra 232 e 237 euro/ton franco partenza (dati Ager al 3 ottobre). La qualità della granella risulta non soddisfacente: se la percentuale di proteina regge, il peso specifico ha risentito delle condizioni ambientali sfavorevoli. Scarsa anche la vitrositá, con una alta percentuale di chicchi volpati. Le piogge intense di maggio hanno poi creato qualche problema di sanità della granella, con attacchi di funghi che hanno determinato la presenza di micotossine, soprattutto in quei campi in cui non si é riusciti a trattare tempestivamente.
Se Puglia, Sicilia e Marche la fanno da padrona nel mercato del grano duro, con la metà della produzione nazionale, nel frumento tenero é il Nord Italia ad aggiudicarsi il primato, con l'Emilia Romagna in testa alle produzioni, seguita da Veneto e Piemonte.
Anche per il frumento tenero valgono le considerazioni fatte precedentemente sull'impatto dell'andamento meteo sulla produttività dei campi. Le quotazioni non sono soddisfacenti per i ceralicoltori. La Borsa merci di Bologna segna per il frumento tenero fino una quotazione di 185-190 euro/ton franco partenza. Ismea segna 182,5 euro/ton per il frumento tenero fino (franco azienda) commercializzato a Verona a inizio ottobre. Mentre a Torino e Alessandria le quotazione sono intorno ai 194-198 euro/ton.
Fonte grafico: ISMEA
Per la campagna cerealicola 2019-2020 ci si aspetta un mantenimento delle superfici a grano duro nel Sud Italia, sia a causa delle quotazioni soddisfacenti sia per una mancanza reale di alternativa. Per il Nord invece sono possibili dei cali, al netto della necessità di inserire il frumento nei programmi di rotazione colturale.
A livello internazionale secondo i dati dell'International Grains Council le previsioni di produzione di grano sull'annata 2019-2020 sono al rialzo e si dovrebbero attestare intorno a 764 milioni di tonnellate contro le 733 del 2018-2019 e in linea con le annate precedenti.
Per i produttori di orzo l'annata 2018-2019 é stata positiva. Le condizioni ambientali favorevoli hanno permesso di raccogliere presto la granella e di ottenere buone produzioni sia in termini di qualità che di quantità.
Non così brillanti invece le quotazioni di mercato. I dati Ismea registrano ad inizio ottobre una quotazione dell'orzo a Mantova pari a 162,5 euro/ton, in linea con quelli di Verona, a 160 euro/ton. Quotato a 153 euro/ton l'orzo piemontese commercializzato a Cuneo, mentre Ager segnala che sulla piazza di Bologna l'orzo (con peso specifico 65 e oltre) oscilla tra 168 e 171 euro/ton. Ad ottobre 2018 l'orzo sulla piazza bolognese aveva raggiunto 214 euro/ton e in dicembre i 222 euro/ton. Prezzi inferiori dunque allo scorso anno, ma comunque in linea con il 2017 e superiori al 2016.
Fonte grafico: ISMEA
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