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In breve
Flint Max è un fungicida a base di trifloxystrobin e tebuconazolo ideale per difendere gli olivi dalle malattie fungine. Caratterizzato da un ampio spettro di azione, Flint Max protegge le piante e i frutti nel tempo, anche in caso di piogge intense
Tra le avversità che interessano l'olivo due malattie fungine rappresentano una minaccia consistente alla produttività degli impianti: l'occhio di pavone (causato da Spilocaea oleaginea) e la lebbra (o antracnosi, causata da Colletotrichum gloeosporioides). La prima colpisce le foglie, determinandone la caduta precoce e quindi l'incapacità della pianta di sintetizzare nutrienti. La seconda invece interessa i frutti che marciscono e cadono al suolo.
In entrambi i casi la virulenza delle infezioni dipende essenzialmente dall'andamento climatico, ma è influenzata anche da fattori agronomici come la potatura, il sesto di impianto o la concimazione. Per difendere al meglio le piante, soprattutto in certi areali, è indispensabile ricorrere a fungicidi che proteggano gli olivi dal contagio.
Come suggerisce il nome le infezioni da Spilocaea oleaginea sono facilmente riconoscibili a causa delle macchie a forma di occhio di pavone che si formano sulle foglie. Il fungo provoca la comparsa di circoli (dal grigio chiaro al verde scuro), contornati da aloni gialli. Dopo l'infezione le foglie ingialliscono e cadono precocemente, indebolendo la pianta e compromettendo la capacità di sintetizzare nutrienti.
Perché il fungo si sviluppi occorre che vi sia una temperatura di 18-20°C e che la superficie delle foglie sia ricoperta da un velo d'acqua (dovuto a piogge o umidità intensa). Fattori che facilitano lo sviluppo della malattia sono:
• impiego di cultivar suscettibili
• sesti di impianto fitti
• potatura assente o mal eseguita
• eccesso d’ irrigazione
• concimazione azotata troppo spinta
• umidità elevata (zone vallive o scarsamente areate)
Anche se si pone attenzione ai fattori sopra citati la difesa dell'impianto non può prescindere dall'utilizzo di prodotti antifungini, solitamente impiegati in 2-3 applicazioni.
Dato che le condizioni di temperatura e umidità ideali allo sviluppo di S. oleaginea si verificano in primavera, è opportuno intervenire in questa stagione con un primo trattamento. Si può trattare dunque alla ripresa vegetativa con un prodotto a base di rame che oltre ad abbassare la pressione del fungo favorisce la cascola delle foglie malate che una volta al suolo non rappresentano più fonte di inoculo.
In pre-fioritura è bene effettuare uno o due trattamenti antifungini con un prodotto come Flint Max. Si tratta di un prodotto a base di trifloxystrobin e tebuconazolo caratterizzato da un'azione mesostenica e sistemica. La sistemia consente una difesa ottimale di tutti i tessuti, anche quelli in crescita, e offre una protezione prolungata nel tempo, anche in caso di pioggia intensa.
Grazie al duplice meccanismo d'azione Flint Max garantisce un’ottima efficacia in tutte le condizioni di impiego ed è ideale nel contrasto all'insorgenza di resistenze.
L'ampio spettro di azione di Flint Max lo rende ideale anche per la difesa dell'olivo dalla lebbra. Si tratta di una malattia fungina causata da Colletotrichum gloeosporioides, un fungo che colonizza i tessuti della pianta, soprattutto le drupe ma anche foglie e rametti, causando danni ingenti alla produzione.
Le infezioni primarie sui frutti partono in primavera, durante la fioritura. Il fungo penetra nei tessuti rimanendo in forma latente per tutta l'estate e riprendendo lo sviluppo in autunno. Dal momento dell'invaiatura i danni sui frutti sono visibili: tacche tondeggianti, depresse, bruno-scuro, di consistenza cuoiosa. Il frutto cade al suolo oppure 'mummifica' sulla pianta, rimanendo lì tutto l'inverno, e fungendo da inoculo alla ripresa vegetativa.
Ad invaiatura le drupe vittime di infezione primaria (il 'contagio latente') sono poi fonte di inoculo per infezioni secondarie a carico degli altri frutti della pianta. Le infezioni secondarie sono solitamente molto più virulente, soprattutto in caso di autunni caratterizzati da temperature miti, umidità elevata e piogge frequenti.
Se non controllata la lebbra può causare una cascola dei frutti anche del 50%. L’olio prodotto dalle drupe attacate sarà di scarsa qualità, con alti livelli di acidità libera e di un colore tendente al rosso.
Anche in questo caso valgono le raccomandazioni di tipo agronomico citate per l'occhio di pavone (sesti di impianto ampi, potature regolari, corrette irrigazioni e concimazioni, etc.). La strategia di difesa deve comunque prevedere 1-2 trattamenti antifungini in epoca precoce, tra la ripresa vegetativa e la pre-fioritura. Questo consente di proteggere i frutticini in formazione da infezioni primarie.
Prove effettuate in campo hanno dimostrato l'efficacia di Flint Max nel proteggere le piante in pre-fioritura. L'azione combinata di trifloxystrobin e tebuconazolo consente infatti di proteggere efficacemente nel tempo le drupe. L'azione sistemica del tebuconazolo assicura inoltre il controllo delle infezioni a carico di foglie e rametti. Se non debitamente controllata infatti la lebbra può passare dal frutto al peduncolo e successivamente al ramo e alle foglie, con danni estesi e persistenti nel tempo.
È necessario poi prevedere un secondo trattamento, durante l'invaiatura, in modo da proteggere i frutti da infezioni secondarie. In questo caso le prove di campo hanno registrato una buona performance dei prodotti classici a base di rame, superati tuttavia in efficacia dai prodotti a base di mancozeb.