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Quaranta innovatori che si sono ritrovati a fine novembre in provincia di Brescia per confrontarsi e scambiarsi la propria opinione su Preceon - Smart Corn System.
Si tratta di un nuovo modo di fare maiscoltura. Grazie alla genetica innovativa, lo Smart Corn ha un baricentro più basso e un’inserzione delle foglie più verticale che consente semine ad alte densità, anche 130-160 mila piante ad ettaro.
Con lo Smart Corn siamo riusciti nell’intento di produrre di più per superficie di suolo. Non solo, perché grazie al baricentro basso lo Smart Corn resiste bene agli eventi atmosferici avversi, senza allettare. Inoltre offre un profilo nutritivo superiore per le vacche
La maggiore densità di semina, la vigoria che si mantiene fino alla fase di levata e il potenziale produttivo qualitativo e quantitativo sono solo alcuni degli aspetti che hanno acceso la curiosità di agricoltori e tecnici di settore rispetto a Preceon - Smart Corn System. Nel 2022, il Team Bayer ha iniziato a svolgere le prime esperienze in campo per testare il potenziale di questa straordinaria innovazione.
Il potenziale di Preceon - Smart Corn System, è stato confermato anche dai Groundbreakers, le quaranta aziende agricole della Pianura Padana che sono state selezionate per provare in anteprima questa novità. Abbiamo intervistato alcuni di loro per raccogliere le prime testimonianze dopo un anno di lavoro.
“All’inizio, quando mi hanno detto di seminare 13 semi/m2, ero scettico, ma poi a fine anno la bilancia ha dato ragione ai tecnici di Bayer”, ci racconta Simone Simonazzi, dell’Azienda agricola Simonazzi Aurelio, Ernesto e Landini Mirte, che coltiva 350 ettari in provincia di Reggio Emilia, possiede una stalla che conferisce al Consorzio del Parmigiano Reggiano, un impianto di biogas e un allevamento suinicolo da 700 scrofe.
“Quest’anno siamo stati colpiti da diversi episodi di vento forte e mentre il mais convenzionale è allettato in diversi punti, lo Smart Corn è stato in piedi. È un mais che io definisco inallettabile”.
Con densità di semina così elevate qualcuno potrebbe pensare che il ristagno di umidità a livello del suolo possa portare allo sviluppo di funghi e quindi di micotossine. Ma non è così: nessuno dei quaranta Groundbreakers ha registrato livelli superiori rispetto al mais convenzionale.
Come ci conferma anche Alessandro Magoni, dell'Azienda agricola Magoni Giuliano, Alberto e Giuseppe, 600 ettari in provincia di Brescia, quattro stalle da latte e un allevamento di suini a ciclo chiuso che conferisce al Consorzio del Prosciutto di Parma e San Daniele:
Questo è un nuovo mais, perfetto per adattarsi ai cambiamenti climatici e anche a livello di micotossine non ho rilevato alcuna criticità”
Come spiegato da Matteo Colombo e dagli altri relatori che si sono alternati sul palco di Brescia (tra cui il prof. Antonio Gallo dell’Università Cattolica di Piacenza e il prof. Victor Cabrera, dell’Università del Wisconsin), la vera forza dello Smart Corn è che a parità di trinciato portato in trincea, la percentuale di amido è maggiore, come anche quella di fibre altamente digeribili. Questo perché la lignina, un carboidrato molto presente nello stocco del mais convenzionale, nello Smart Corn è meno abbondante.
Il dato che colpisce di più riguarda la produttività delle vacche: circa il 6% in più di produzione di latte nelle mandrie alimentate con lo Smart Corn rispetto al convenzionale. Ma anche un aumento della produzione di biogas, stimabile in un +10% di KWh ad ettaro. E anche alla pesa lo Smart Corn dà soddisfazioni, con +38 q.li/ha sul fresco e 20 q.li sul secco.
“Sui nostri campi seminati a Smart Corn in primo raccolto abbiamo avuto un +5% di amido rispetto al convenzionale. Mentre sul secondo raccolto, a parità di amido, abbiamo avuto una produzione di biomassa superiore”, ci racconta Gianluca Bernardis, dell’Azienda agricola Bernardis di Udine, 600 ettari e altrettante vacche in lattazione.
Preceon - Smart Corn System non è solo una genetica innovativa, ma è un vero e proprio sistema che ruota attorno allo Smart Corn e ha come elementi chiave la difesa, la nutrizione e la gestione digitale del campo, resa possibile da FieldView.
“Tramite la piattaforma FieldView siamo in grado di analizzare i dati di campo metro per metro e disegnare il miglior profilo di semina possibile, andando ad esaltare in maniera combinata le caratteristiche del suolo con quelle della genetica del seme”, sottolinea Colombo. “Preceon - Smart Corn System è un vestito su misura, disegnato con cura sartoriale dai tecnici di Bayer, che rende unica questa sinergia, sfruttando tutto il potenziale nascosto del campo e del seme”.
FieldView permette di conoscere il potenziale di fertilità del suolo e quindi di suggerire all’agricoltore il giusto ibrido e la giusta densità di semina, che può anche variare all’interno di un campo. Per ottenere il massimo da Smart Corn occorre dunque seminare con precisione, questo significa avere macchine affidabili anche a velocità elevate, in grado di spaziare correttamente i semi, senza fallanze o semi doppi. Oppure occorre ridurre le velocità, in modo da ridurre gli errori.
“Sono contento di questa prova e ringrazio Bayer di averci dato questa opportunità.
Speriamo che in futuro Preceon - Smart Corn System possa rappresentare quella svolta di cui la maiscoltura italiana ha bisogno"
sintetizza Simonazzi.