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Bayer e Azienda Cazzola, Salizzole (VR)
In breve
L'Opera è un formaggio di alta qualità simbolo del Made in Italy. Per produrlo la famiglia Cazzola ha bisogno di portare in stalla foraggi sani e nutrienti, che produce nei suoi terreni aziendali. Una sfida non semplice, che è stata vinta grazie al supporto di Bayer, che fornisce sementi, agrofarmaci e strumenti digitali come Climate FieldView.
L'azienda agricola Cazzola di Salizzole (Verona) è nata negli anni '70 come piccola realtà di 12 ettari dedicata alla coltivazione di cereali e alla produzione di latte. Nel corso degli anni si sono aggiunti i lavori in contoterzi, un investimento nel biogas e l'ampliamento della stalla. Oggi l'azienda conta 1.600 ettari coltivati a cereali, una stalla con 250 vacche in lattazione e tre impianti di biogas.
Una crescita resa possibile dalla volontà di puntare all'eccellenza, producendo un formaggio apprezzato anche all'estero, denominato L'Opera. Un prodotto realizzato esclusivamente con il latte proveniente dalla stalla di famiglia, tracciabile al 100%.
Per arrivare all'eccellenza nel caseificio non si può che partire da un latte di altissima qualità, che si può ottenere solo se i foraggi sono all'altezza. Per perseguire il concetto di qualità lungo tutta la filiera la famiglia Cazzola si è affidata a Bayer, che ha messo a disposizione l'assistenza tecnica, i suoi ibridi di mais a marchio Dekalb, gli agrofarmaci per la difesa e le soluzioni di digital farming di Climate FieldView.
“Scegliendo Bayer abbiamo sempre avuto vicino le persone giuste che hanno portato in azienda prodotti di qualità e innovativi”, sottolinea Paolo Cazzola, seconda generazione al lavoro in campo, intervistato dallo youtuber Agri957, che ha realizzato tre video dedicati proprio alle attività dell'azienda.
Anche per quanto riguarda la coltura del grano il supporto di Climate FieldView è ormai imprescindibile in azienda. Nello specifico, grazie alle mappe di resa dell’anno precedente è stato possibile intervenire sulle aree meno produttive, attraverso la somministrazione a rateo variabile di quantità di semi e concimi, ovvero modulando automaticamente densità e dosi distribuite dalla macchina. “In questo modo siamo riusciti ad eliminare le 'zone rosse' dalle nostre mappe di produzione”, sottolinea Cazzola.
Oltre ad ottimizzare quindi l'uso degli input produttivi e rendere omogenea la produzione, Climate FieldView ha permesso anche di semplificare l'organizzazione del lavoro, tenendo monitorato costantemente lo stato di salute del frumento per intervenire tempestivamente laddove necessario. Ad esempio è stato possibile misurare l'efficacia di Aviator Xpro, un fungicida che oltre a proteggere la pianta ha un effetto rinverdente e di riduzione dello stress idrico, che porta ad incrementi produttivi tangibili anche in annate di bassa pressione fungina.
Le mappe di produzione hanno infatti consentito di misurare le scelte più vincenti per l’annata, indirizzando correttamente l’azienda nelle decisioni future.
Grazie a CFV i tecnici Dekalb hanno affiancato Paolo nella scelta degli ibridi giusti da seminare nei differenti appezzamenti. E al momento della raccolta le rese sono state mappate, così come la qualità del trinciato. In questo modo è sempre possibile valutare la correttezza delle scelte fatte ad inizio stagione.
A spiccare è stato l'ibrido DKC7107, un seme che assicura rese elevate, una pianta sana e un amido energetico, nonché uno stay green prolungato che amplia la finestra utile di trinciatura. Insomma, un prodotto di qualità che mette le vacche nelle condizioni di produrre un ottimo latte e un formaggio d'eccellenza, come L'Opera.
“Se le piante ti aiutano, rimanendo verdi a lungo, riesci a trinciare nei tempi giusti e porti a casa un trinciato di qualità. Se invece mollano, anche se irrighi è difficile recuperarle”, sottolinea Cazzola, che nei suoi campi ha uniformato rese e qualità, arrivando a produrre, nonostante l'andamento climatico sfavorevole, fino a 90 ton di trinciato ad ettaro.
“Senza Climate FieldView tutto questo non sarebbe stato possibile. Ogni mattina lo consulti e ti permette di rendere visibile l'invisibile”, sintetizza Cazzola. “Possiamo usare le mappe per individuare aree in stress idrico, calibrare la concimazione e scegliere gli appezzamenti da raccogliere prima di altri. Questo significa fare qualità comprimendo i costi”.